La protesta di molti giovani, in tutto il mondo, è stata negli ultimi anni all’insegna dell’indignazione. Di fronte alla crisi economica, di fronte alla mancanza di orizzonti di futuro, di fronte agli scandali di sistemi che sembrano costruiti solo per il potere, sale la rabbia e la voglia di ribellarsi. L’impeto di reazione di fronte a situazioni, appunto, indegne, è sicuramente un sentimento sano: il senso della giustizia è scritto nel cuore dell’uomo. Ma bisogna avere il coraggio di dire che non basta. A cosa ci ha portato il movimento di “indignazione”? Quali i risultati concreti? A cosa porterà l’antipolitica, con la sua voglia di sfasciare tutto? Al rifiuto di quello che non va, deve sempre seguire una parte costruttiva. La più faticosa. Perché il grano cresce assieme alla zizzania. E quotidianamente lo sforzo dev’essere di dare spazio alle piante buone di maturare, e di togliere i rami secchi. Ma l’operazione è chirurgica, non si possono buttare via il bambino e l’acqua sporca. Altrimenti il rimedio è peggio del male. Se radiamo tutto al suolo, cosa rimane dopo? Alla giusta e sacrosanta indignazione, dunque, deve seguire un passo ulteriore. Lo sforzo di andare oltre, anzi OL3.
Gianluigi De Palo
Presidente OL3 – Nè indignati nè rassegnati